Digital South Talk #2 – User Experience essential: Utenti, Interfacce, Conversioni

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Il secondo Digital South Talk, tenuto sabato 7 aprile presso la sede salernitana di Sellalab, si è concluso con una straordinaria ed esaustiva panoramica in materia di User Experience e User Interface, dove con grande chiarezza e semplicità sono stati snocciolati i nodi più critici dell’ambito.

Dopo i saluti di rito svolti da Vincenzo Villani – responsabile Economia Digitale di Banca Sella –, Mirko Pallera ha presentato l’operato dell’associazione e i futuri appuntamenti in programma prima di lasciare posto a Josè Compagnone, il quale è stato in grado di fornire una testimonianza reale dei due macro-concetti trattati, argomentandone differenti punti di vista spesso tralasciati.

A seguito di una breve introduzione sulle evoluzioni storiche avvenute nel settore informatico – partendo dall’HTML nel 1990, passando per il CMS nel 2000 fino a giungere al SEO nel 2010 –, è stato spiegato quanto il ruolo dell’usabilista col tempo abbia finito per avere una sorta di incremento di ordine e facilitazione nelle mansioni da svolgere. In particolare, tutti gli step citati hanno avuto come principale risultato quello di migliorare il rapporto tra utenti e imprese.


UTENTI

Si entra nel vivo del talk argomentando il primo dei tre punti individuati: gli utenti.

Nonostante il loro ruolo come “compratori”, “acquirenti”, alla stregua del detto il cliente ha sempre ragione, ad oggi non sempre si analizzano realmente i bisogni cui sono soggetti in tema di navigabilità del web, dando talvolta per scontato che una gestione congeniale a chi si trova al didietro dell’interfaccia lo sarà anche per coloro i quali si ritroveranno al lato opposto. Per cui, è importante valutare:

  • l’identità dell’utente – Chi è, qual è il suo background;
  • il suo intento – Nel momento in cui giunge su un sito, cosa sta cercando, qual è il motivo che lo ha spinto nella ricerca e cosa si aspetta di trovare;
  • il contesto in cui si muove – Dove si trova quando ha bisogno di informazioni e in quali parti del sito si addentra aspettandosi di trovarle;
  • i bisogni diretti e indiretti – Di cosa necessita consciamente in quel dato momento e di cosa potrebbe necessitare se sollecitato in maniera inconscia.

Tali aspetti rappresentano il punto di partenza per un’analisi indirizzata all’ottenimento della gerarchia di risposta, secondo cui la risposta cognitiva incarna il primo approccio dell’utente verso i contenuti offerti, al quale dedica solo il 10% della sua attenzione; la risposta affettiva è sua diretta generazione nel momento in cui quei contenuti riescono a mantenere la  sua attenzione attorno al 40%, avendo sollecitato un bisogno latente; la risposta comportamentale scaturisce invece come consolidamento dell’attenzione colta, potendo confluire in un acquisto, nella compilazione del form di contatto, nell’iscrizione al sito.

È quindi necessario realizzare una strategia comunicativa che parta dal fissare macro-obiettivi misurabili online, come:

  • Chi ha aperto il sito si è soffermato nella navigazione? Se sì, per quanto?
  • Fino a che punto ha navigato nel sito?
  • Su quali sezioni si è soffermato maggiormente? Su quali di meno?


INTERFACCE

In merito al secondo nodo del talk si è proseguito definendo cosa comporta la definizione di un’interfaccia come “usabile” o “non usabile”.

La prima sussiste qualora risulti facile e semplice in termini di comprensione della sua struttura organizzativa, veloce nella navigabilità, divertente, in grado di favorire il trasferimento di informazioni e soluzioni concrete e generi interesse e fiducia negli utenti.

La seconda è tale nel momento in cui crea difficoltà nella sua lettura e comprensione, genera confusione, smarrimento e frustrazione nell’utente che non sa dove trovare ciò che sta cercando.

I principali problemi di usabilità, spiega Compagnone, si verificano quindi in seguito ad una:

  • Scarsa progettazione orientata agli utenti
  • Scarsa definizione degli obiettivi del sito
  • Scarsa programmazione delle attività
  • Mancanza di test di usabilità
  • Crescita sbilanciata del sito

Gli elementi generanti maggiore criticità in tal senso risultano:

  • Etichette di menù
  • Pagine in costruzione o errore 404
  • Compatibilità tra browser
  • Pulsanti personalizzati che possono fuorviare l’utente
  • Domande frequenti che non rispondono davvero ai reali quesiti che colgono l’utente finale
  • Blog non sempre aggiornato, con notizie sporadiche e/o datate, che comporta fraintendimenti sul periodo di attività dell’azienda
  • Newsletter eccessive o scarne di informazioni
  • Pubblicità fastidiosa

Pertanto, al fine di verificare se la propria vetrina digitale è stata ben organizzata, è necessario testarne l’usabilità attraverso una serie di pratiche quali:

  • Analisi del sistema da testare
  • Definizione degli obiettivi del test (cosa si intende indagare?)
  • Costruzione scrupolosa del panel degli utenti (chi, come e quando)
  • Scelta del test da condurre e della tecnica di moderazione da impiegare
  • Analisi dei dati sul momento e considerazioni di merito
     

CONVERSIONI

Il processo di conversione comincia con la generazione di traffico di qualità – J. C.

Un utente soddisfatto è un utente nel quale è stato piantato il primo seme che lo porterà a ritornare sul sito visitato, che ne consiglierà la consultazione ad amici, colleghi e familiari, che contribuirà ad incrementare il sopracitato traffico di qualità.

Digital South Talk #2 - User Experience essential: Utenti, Interfacce, Conversioni L’immagine soprastante è chiara ed esplicativa sul processo di progettazione da attuare. È necessario concentrare le proprie analisi su ciò di cui gli utenti hanno realmente bisogno e su come facilitare loro il raggiungimento dell’oggetto e/o informazione desiderata, utilizzando sì gli strumenti giusti e più all’avanguardia, ma riflettendo sul come. Un sito che sia solo esteticamente accattivante, dinamico, eversivo rimane tale nel momento in cui termina col rappresentare solo una bella vetrina che nulla fornisce se non un momentaneo piacere visivo.

Bisogna quindi uscire da mindset orientati all’apparenza e su vecchi preconcetti, in un ambiente in cui l’obsolescenza di una prassi, di una struttura visiva, di una qualsivoglia pratica commerciale è costantemente dietro l’angolo, senza tuttavia sminuire l’importanza dell’apparenza di ciò che rappresenta l’identità di un’azienda online.

Equilibrio degli elementi finora citati, ricalcolo delle priorità e immedesimazione nelle pratiche di navigazione dell’utente ben rappresentano un breve sunto del secondo Digital South Talk.

 

*L’immagine relativa al processo di conversione degli utenti era compresa nella presentazione di Josè Compagnone

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